Più Informazioni :: Perù: Patrimonio dell’Umanità

I primi anni del XX secolo furono caratterizzati da una lunga dittatura civile guidata da Augusto B. Leguía. Il progetto di rendere il paese moderno, di fare opere per una “Patria nuova” indebitò lo stato che non potè affrontare la crisi del 1929. Fu, inoltre, un periodo di abbondante creazione letteraria, simbolizzata dal fondatore dell’APRA, Víctor Raúl Haya de la Torre y da José Carlos Mariátegui, ideatore del pensiero socialista peruviano e nucleo, durante i suoi pochi anni di vita, del lavoro intellettuale e artistico del paese.

A seguito della caduta di Leguía, risorge il militarismo che arrivò al suo obiettivo con i governi di Prado nel 1939 e di Bustamante e Rivero nel 1945; ma nel 1948 c’é un altro governo militare capeggiato da Manuel A. Odría. Per otto anni le grandi opere pubbliche si mescolarono con una dura repressione politica.

Il Perù, nel suo impegno a stabilire rapporti armoniosi con i paesi vicini, ha superato ogni conflitto di frontiera. Le condizioni di navigazione nel Rio delle Amazzoni portarono ad accordi con il Brasile, fino a quando, nel 1909, fu portata a termine la determinazione delle frontiere tra i due paesi. Dopo una lunga discussione, il trattato di frontiera con la Colombia fu approvato dal congresso nel 1927 e si diede la possibilità ai colombiani di avere uno sbocco nel Rio delle Amazzoni. Nel 1929, a seguito delle dispute territoriali con il Cile, dovute alla guerra, la disposizione a rinnovare i rapporti condusse alla firma del trattato con il quale Tacna ritornò al Perù.

Il confine territoriale con la Bolivia si definì di mutuo accordo nel 1932. Infine nel 1999, dopo vari conflitti bellici e controversie diplomatiche con l’Ecuador, il Perù è riuscito a far prevalere il “Protocollo di pace, d’amicizia e di confini” firmato nel 1942, concludendo l’ultimo capitolo della disputa per il territorio della Cordigliera del Cóndor e rafforzando l’amicizia con l’Ecuador.

Nel 1968 le Forze Armate, con un colpo di stato, deposero l’allora Presidente della Repubblica Fernando Belaúnde. Nei primi anni questa dittatura militare si differenziò dalle altre latinoamericane per la sua ispirazione socialista. Condotta da Juan Velasco, pianificò una politica di espansione statale che avrebbe risolto i grandi problemi che impoverivano il paese. Con quest’obiettivo si nazionalizzò il petrolio, i mezzi di comunicazione e si realizzò la riforma agraria. Francisco Morales Bermúdez fu il successore e, sotto la pressione della popolazione, convocò un’Assemblea Costituente.

Nel 1980 Belaúnde è eletto nuovamente, ma la crisi in cui vivevano i settori più poveri del paese diede luogo alla nascita di due movimenti sovversivi che, per dieci anni, scossero il Perù con la loro violenza. Dopo il governo di Alan García (1985-1990) il presidente Alberto Fujimori, eletto nel 1990, sospese il congresso nel 1992 e dichiarò un governo d’emergenza. Dopo la sua seconda rielezione nel 2000, le proteste popolari chiesero nuove elezioni, motivo per il quale si stabilì il governo di transizione democratica del presidente Valentín Paniagua. Nel luglio del 2001 il Dr. Alejandro Toledo Manrique assume la carica di Presidente Costituzionale della Repubblica.

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