Abitante tipico delle Ande, il camelide sudamericano è stato usato, da circa 6.000 anni, per alimentarsi, per coprirsi e per aiutare l’uomo. Inoltre rappresenta una parte essenziale della “personalità” delle terre dove vive e ha influito enormemente nell’idiosincrasia serena e contemplativa degli abitanti. Attraverso i secoli, le immagini di lamas , alpacas , guanacos e vigognes sono state decantate da diverse culture andine, dalle pitture rupestri di Toquepala, nelle quali sono raffigurate scene di caccia, fino alla più ricercata ceramica inca. Hanno fatto parte, inoltre, di cerimonie religiose, oppure offerte in sacrificio o accompagnando i “signori” nella tomba. Le loro origini, in ogni caso, risiedono in terre lontane: milioni di anni fa la famiglia dei camelidi abitava a nord del continente americano. Si pensa che in un determinato momento una parte fosse emigrata verso l’Alaska e di lì in Siberia, dando origine all’attuale cammello indoeuropeo. Un altro gruppo allora emigrò verso le terre del sud trovando un habitat ideale sulle Ande centrali del continente.
Ognuna delle quattro specie del camelide andino – il cui numero pari di cromosomi lo rende incrociabile – ha sviluppato caratteristiche diverse: il lama, il più forte è tenuto da conto per le sue capacità di portare carichi (fino a 60 kg), misura, all’incirca, 1.90m e possiede una varietà di cinquanta colori. L’alpaca, la cui lana è la più popolare nell’industria tessile, misura 1.5m. Si utilizza anche la sua carne nell’industria alimentare. La vigogna, il camelide più piccolo e selvatico (raggiunge appena il metro e 30 centimetri), ha il vello molto fine ed è molto quotato, motivo per il quale era quasi in via d’estinzione. Attualmente la specie è protetta dallo Stato peruviano. Il guanaco, infine, è il camelide più selvatico fra quelli andini, ha una statura di 1.80 m e popola, inoltre le montagne argentine e cilene.
IL GUANACO » WANAKU»
Ha una forma simile a quella del lama con un pelo folto e corto di colore marrone rosso chiaro, dai toni nerastri sulla testa e zone bianche intorno alle labbra, al bordo delle orecchie e sul ventre e all’interno delle zampe. Inoltre a una specie di collare sotto il collo. Alla nascita pesa 10 kg e da adulto arriva a pesare come massimo 140 kg; l’altezza è di 1.80 m ed è molto comune nelle Ande cilene e argentine. Non ha molto valore economico e vive completamente allo stato brado.
VIGOGNA » WIK’UñA»
Tra i camelidi andini è quello più piccolo e può misurare fino a 1.30 m, ha un corpo gracile e dai movimenti agili; il pelame ha un colore marrone chiaro sul dorso e su quasi tutta la parte esterna, ma il petto, il ventre e l’interno delle zampe sono bianchi, sul petto il ciuffo bianco di crini che arrivano a misurare 20 centimetri. Alla nascita pesa 5 kg e nell’età adulta arriva a pesare 40 kg. Le femmine raggiungono la pubertà a un anno, ma si accoppiano a due anni; la gestazione dura quasi 340 giorni.
La fibra è classificata come la più fine di tutte le fibre animali con un diametro approssimato di 12.5 micras, ma è molto corta, raggiunge appena i 3 cm, e il vello annuale sarà di 320 grammi. Poiché possiede la fibra di migliore qualità molto ricercata, la vigogna è stata in pericolo di estinzione. Oggi il Governo peruviano protegge ufficialmente la specie nei parchi nazionali protetti, ma in sostanza la depredazione di questa quotata specie è latente. Con cacciatori di frodo che la stanno decimando palesemente, la popolazione mondiale di vigogne non supera i 170 mila esemplari, dei quali 100 mila si trovano in Perù oltre i 3.800 metri di quota.
ALPACA
In quechua chiamata “pacocha”, ha la forma più curva e piccola del lama, e sulla fronte ha un ciuffo di fibra, e neppure si può distinguerla dal colore perché ha molte tonalità. Può raggiungere un’altezza di 1.5 m e un peso medio di 64 kg, alla nascita pesa 7 kg; il periodo di gestazione è di quasi 343 giorni e così come l’alpaca, la femmina si può accoppiare già dal primo anno d’età.
In genere possiede una fibra maggiore e di migliore qualità dell’alpaca e presenta due varietà differenti: Wakayo e Suri. L’alpaca Wakayo ha una fibra folta e spugnosa che ricopre quasi tutto il corpo dell’animale con solo la faccia e le zampe coperte con un pelo corto; mentre l’alpaca Suri ha una fibra liscia, setosa e lunga che raggiunge in media i 15 cm di lunghezza.
Si tosa con coltelli e forbici una volta ogni due anni anche se si potrebbe farlo ogni anno, senza un periodo stabilito nell’anno; si ottiene un vello di 1.7 kg per animale. In media il diametro della fibra d’alpaca è di 25 micras; in ogni modo il diametro dipende dall’età dell’animale. Commercialmente la fibra più fine che si trova in Perù è quella denominata “lana di baby alpaca” soffice e fine
LAMA
Ha un corpo magro e non si può distinguere poiché in genere arriva ad avere più di cinquanta tonalità differenti; le zampe, il collo e il muso sono allungati e raggiunge i 1.90m.
Il camelide andino più comune e forte, generalmente utilizzato come bestia da soma, con un carico massimo di 40 km per lunghi viaggi e 60 kg per tragitti brevi; il peso si aggira intorno ai 115 kg e alla nascita pesa 11.5 kg; la gestazione dura 348/9 giorni; la femmina raggiunge la maturità sessuale a un anno, ma si accoppia a due o tre anni; il maschio procrea verso i tre anni. Il periodo d’accoppiamento e della nascita della prole avviene tra gennaio e aprile; dopo un mese dal parto la femmina è nuovamente pronta per la fecondazione; queste caratteristiche di riproduzione sono relativamente comuni a tutti i camelidi andini.
Il lama è di due varietà, la Q’ara (rasa) y la Ch’aku (lanosa); hanno la fibra (tecnicamente è “fibra” e non “lana”) meno folta di quella dell’alpaca, e in media il diametro della fibra è di circa 28 micras (µ: micra o micrón: misura longitudinale che equivale alla milionesima parte di un metro alla millesima di un millimetro.
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