L’origine della patata nell’ “anno internazionale della patata”
(diario “La República”, 13-7-2008)
Uno scienziato peruviano traccia la storia della patata e la sua coltivazione nei differenti tipi di habitat naturali nel Perù prima e nel mondo poi. Sostiene che gli antenati della patata “risiedevano” nella parte nord del lago Titicaca, e da lì poi è partita la diffusione in altre zone.
A partire dal 1859, anno in cui Darwin ha pubblicato la sua teoria sull’ “origine delle specie attraverso la selezione naturale”, in Europa si è iniziata la ricerca interessata dei punti d’origine e dei “parenti selvatici” delle piante coltivate.
Nel caso della patata, il contributo principale è stato dato dallo scienziato russo Sergeii Vavilov, dell’Istituto delle piante coltivate dell’Urss, il quale organizzò tra il 1925 e il 1935 diverse spedizioni in America per raccogliere campionamenti di patate “silvestri” e coltivate. Sulla base dello studio dei vari campioni, è stato possibile stabilire due centri indipendenti di origine del tubercolo: le Ande centrali (dalle parti del lago Titcaca) e il sud del Cile.
Così come altre scoperte, le proposte di Vavilov e dei suoi collaboratori hanno catturato l’attenzione dei centri scientifici europei, dove si sono subito cercate di evidenziare le contraddizioni in cui cadeva Vavilov. Lui stesso infatti, proponeva come criterio determinante per l’identificazione della zona d’origine, la presenza in quella zona di una grande varietà e diversificazione dei tipi di produzione. La zona meridionale del Cile non rispetta questi parametri. Gli studi continuarono con l’ausilio di nuove discipline scientifiche e di nuovi strumenti metodologici, come genetica, citogenetica, archeologia, genetica molecolare…
I primi abitanti d’America, nomadi e cacciatori, conoscevano alcuni tipi di tubercoli selvatici diffusi dagli Stati Uniti fino all’Argentina, e ne facevano uso, nonostante a volte fossero tossici e dal sapore sgradevole. Stiamo parlando del Neolitico, quando gran parte del pianeta stava uscendo dall’ultima glaciazione e l’uomo attraversava un’epoca culturale pre-agricola.
Alla luce delle nuove ricerche e conseguenti scoperte, la storia e l’evoluzione della patata coltivata può essere riassunta nel grafico presentato in seguito:
Nei periodi in cui il clima diventava più favorevole e esisteva un’agricoltura primordiale, le patate ed i tubercoli di semenza seguirono gli uomini nella loro ricerca di terreni fertili e favorevoli all’insediamento.
Queste “sementi”, ancora selvatiche, messe in contatto tra di loro, scambiavano i geni, modificavano le loro carattteristiche e davano origine a nuove piante, poste sotto osservazione dai primi agricoltori, i quali selezionavano le piante che producevano i tubercoli più grandi, meno amari e più resistenti.
Grazie all’intervento dell’uomo si è arrivati ad una vera e propria creazione di nuove specie vegetali, a volte anche molto lontane dalle piante selvatiche di partenza. Nel caso della patata, la prima specie coltivata è stata “Solanum stenotomum”, il cui numero di cromosomi era diploide (2n=2x=24). Queste patate primitive continuarono la loro evoluzione e diedero origine ad altre specie tuttora utilizzate, come le patate gialle “Tumbay” e “Huamantanga” (Iscu phuru).
Di conseguenza, il punto d’origine della patata coincide con il centro di “addomesticazione”. In base alle prove scientifiche presentate dal dott. David Spooner e dai suoi collaboratori dell’Università del Wisconsin (U.S.A.) e dell’Istituto per la Ricerca delle Coltivazioni della Scozia, è stato dimostrato che “gli antenati” selvatici da cui ebbero origine le patate si trovano in territorio peruviano, nella zona del lago Titicaca.
Le prime patate, coltivate inizialmente nella parte meridionale del Perù, si sono diffuse gradualmente sia verso il nord che verso il sud. Su questa base, e con l’utilizzo di geni di altre specie selvatiche, hanno avuto origine le patate “tetraploidi” (2n=4x=48), oggi conosciute come le sotto-specie indigene che i gruppi umani hanno trasferito in altre regioni dell’America Meridionale, facendole adattare alle nuove condizioni climatiche ed ambientali. In questo modo, con un’azione combinata tra selezione naturale ed intervento umano, si sono ottenute le varie sotto-specie di tubercoli tetraploidi attualmente diffuse dalla Colombia al sud del Cile, conosciute come “tuberosum” o “Grupo Chilotanum”.
In conclusione, questo dimostra che i tipi di patate che noi conosciamo hanno tutti la stessa origine, e la loro “culla” è stato l’Altipiano nella parte peruviana del lago Titicaca; tutti gli altri centri di diffusione sono posteriori e presentano degli “innesti genetici migliorativi” successivi.
Il sud del Cile, per esempio, non può essere considerato un centro d’origine della patata, perchè non sono state ritrovate specie originarie selvatiche nè diploidi nè tetroploidi.