Le droghe dei Moche del Peru

I Moche, che vissero nella zona costiera settentrionale del Perù fra il 100 a.C. e il 700 d.C., facevano uso di un insieme di droghe psicoattive, fra cui coca, San Pedro, semi di cebil.
Erano grandi utilizzatori di foglie di coca, che trasformavano in una pasta da mangiare con l’aiuto di bastoncini. Nelle ceramiche moche si incontrano con una certa frequenza scene di mangiatori di coca, associati a un caratteristico insieme di punti neri, un grafema-fosfene che sembrerebbe strettamente associato all’effetto della coca.

Rilievi di pitture vascolari moche con raffigurazioni di mangiatori di coca. Da Kutscher, 1983, rip. in Hocquenghem, 1987, figg. 69, 72, 71.

In alcune pitture vascolari moche di carattere sciamanico, in associazione con il cervo è rappresentata la pianta del cebil o vilca (Anadenanthera colubrina), un albero dai cui semi è estratta una polvere da fiuto allucinogena. Nelle pitture l’albero – una leguminosa – è riconoscibile per i caratteristici baccelli (Furst, 1974).

cultura mocheNella cultura Moche le rappresentazioni del cactus del San Pedro (Trichocereus pachanoi) sono numerose. Frequente è la raffigurazione di una sciamana-guaritrice (curandera) che tiene in mano un pezzo di San Pedro. Presso le popolazioni andine l’uso del cactus allucinogeno rientra in rituali di cura dove svolge il ruolo di “facilitatore diagnostico” e aiuta nell’individuare la causa delle malattie.

mocheChiocciole psicoattive che si cibano del San Pedro sono coinvolte in miti e rituali moche.

Bottiglia moche di ceramica con pittura di cervi maschio e femmina in associazione con alberi di Anadentathera colubrina (cebil). Sopra un esploso della superficie vascolare. Da Furst, 1974, fig. 211.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • DOBKIN DE RIOS MARLENE, 1977, Plant Hallucinogens and the Religion of the Mochica, an Ancient Peruvian People, Economic Botany, vol. 31, pp. 189-203.
  • DOBKIN DE RIOS MARLENE, 1982, Plant Hallucinogens, Sexuality and Shamanism in the Ceramic Art of Ancient Peru, Journal of Psychoactive Drugs, vol. 14, pp. 81-90.
  • DOBKIN DE RIOS MARLENE, 1982, Religion und Pflanzenhalluzinogene im präkolumbischen Peru. Moche und Nazca, in: Völger G. & K. von Welck (Hrsg.), 1982, Rausch und Realität. Drogen in Kulturvergleich, Rowohlt, Hamburg, II: 584-595.
  • FURST T. PETER, 1974, Hallucinogens in Precolumbian Art, in : M.E. King & I.R. Traylor (Eds.), Art an Environment in Native America, Special Public., The Museum of Texas Tech.Univ., n. 7, Lubbock, Texas, pp. 55-101.
  • HOCQUENGHEM A.M., 1987, Iconografía Mochica, Pontifica Universidad Católica del Peru, Lima. KUTSCHER G., 1983, Nordperuanische Gefässmalereien des Moche-Stils, Beck, Monaco.
  • LARCO HOYLE R., 1938-39, Los Mochicas, 2 voll., Lima. SHARON DOUGLAS, 2001, La documentazione etnoarcheologica dell’uso del San Pedro (Trichocereus pachanoi) nel Perù / Ethnoarchaeological Evidence for San Pedro (Trichocereus pachanoi) Use in Peru, Eleusis, n.s., vol. 5, pp. 13-59.

CHIOCCIOLE E SAN PEDRO
chiocciole san pedroIn questi ultimi decenni nel nord del Perù si sono verificati casi di esperienze psichedeliche accidentali causate dal consumo come prodotto culinario di chiocciole del genere Scutalus.

Questi molluschi di terra prediligono come dimora e fonte di cibo il cactus allucinogeno del San Pedro (Trichocereus pachanoi), e vi si ammassano a migliaia. Cibandosi del San Pedro la loro carne diventa psicoattiva per l’accumulo di mescalina.

I peruviani della zona sono soliti raccogliere questi piccoli molluschi e, previo spurgo che elimina l’alcaloide dalla carne, li consumano. Nei casi in cui non si proceda a spurgo del mollusco o di abbondanti “scorpacciate”, possono presentarsi gli effetti allucinogeni tipici della mescalina.

Questo dato ha permesso di chiarire un enigma dell’iconografia dell’arte Moche (popolazione pre-incaica della costa del Perù, 100 a.C. – 700 d.C.) che riguarda la presenza di chiocciole in scene di carattere religioso e in cui è rappresentato anche il San Pedro.

Scene di adorazione del dio-Scotalus (Dio-Chiocciola) e rappresentazioni di questa divinità dipinte su brocche moche. Da Bourget, 1990, fig. 11 e 13.

I Moche avevano scoperto le proprietà allucinogene delle chiocciole del San Pedro, facendo rientrare questi molluschi nelle pratiche rituali e nelle simbologie religiose, fino al punto di divinizzarli. Il Dio-Scutalus è rappresentato in diverse pitture vascolari moche, ma la sua importanza rituale sembra originare da periodi precedenti.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
BOURGET STEVE, 1990, Caracoles sagrados en la iconografia Moche, Bullettin de l’Institut Français d’Études Andines, vol. 19(2), pp. 45-58.

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