In realta’ Chavin e’ un unico stile che si presenta sotto varie modalita’, non solo nei diversi luoghi dove appare, in quasi in tutto il centro-nord del Peru’, ma pure nello stesso centro cerimoniale di Chavin de Huantar, in cui si concentra la maggior parte delle opere riconducibili a questo stile.Questa forma d’arte fu chiamata appunto Chavin proprio grazie a tale concentrazione e fu Julio C. Tello a darle coerenza storica, anche se tanto ilLanzon come la Stele Raimondi erano conosciuti fin dal diciannovesimo secolo e quest’ultimo monumento era considerato, ormai da tempo, come il simbolo dell’archeologia peruviana. Per tale motivo era stato portato a Lima per essere esposto al pubblico.
Il primo studioso a fare una distinzione rispetto allo Stile Chavin fu Alfred Kroeber nel 1926, quando separo’ uno stile “M” (mayoide) da un altro “N” (nascoide); il primo riferito all’ Obelisco Tello, che ora e’ conosciuto comeStile Dragoniano, e l’altro alla Estela Raimondi, che fa parte di uno stile tardo della fase EF.
Questa sequenza in 4 fasi: AB, C, D e EF, fu proposta nel 1962 da archeologo nordamericano John H. Rowe.
L’Obelisco fu inserito nella fase C, le litosculture del Portico delle Falconidi nella fase D ed il Lanzon in quella AB.
Ceramica
Nel 1919 en el 1924, in occasione delle sue visite a Chavin de Huantar, Julio C. Tello incontro’ alcuni frammenti di ceramica con determinate particolarita’ed avendo definito Chavin come un’epoca storica del Peru’, identifico’ la ceramica come nera, oscura e decorata con incisioni o disegni in rilievo. Quando scopri’che questa assomigliava ai reperti che Max Uhleaveva rinvenuto presso Supe ed Ancon, attribuiti genericamente ai soprannominati “pescatori antichi”, ed a quelli che erano stati trovati nellaValle di Chicama, Tello caratterizzo’ Chavin come l’epoca piu’ antica della cultura peruviana, il cui centro principale era situato sull’altipiano vicino al fiume Marañon : Chavin de Huantar.
Questo santuario e’ situato nel cuore delle Ande centrosettentrionali, a 3180 m.s.l.m. presso il Callejon de Conchucos. Secondo il parere di Antonio Raimondi, questo centro cerimoniale serviva pure come punto di incrocio commerciale tra la costa e la sierra. Segnalo’ anche che, con tutta probabilita,’ sono esistiti giacimenti d’oro vicino alla foce del Marañon.