Perù… Costa, Sierra e Amazzonia :: Peru Paradise Travel

La Costa
Si estende per la lunghezza di circa 3.500 Km., con una profondità, dal Pacifico alle Ande, assai varia.
È uno sterminato deserto dove è assolutamente sconosciuta la pioggia, impedita dalla corrente di Humboldt.
II clima è caldo umido nei mesi invernali (la nostra estate), e invece temperato (potremmo dire freddo per i nativi) e caratterizzato dalla «Garrùa», una nebbia o pioggerella fine fine, nei mesi estivi (il nostro inverno).
Nel fondo valle e ovunque si trova l’acqua, che proviene dai ghiacciai perenni delle Ande, c’è l’esplosione della vegetazione: sulla costa si trova tutta la frutta tropicale e quella dei paesi temperati, ad eccezione della ciliegia.
La città di Lima (ha oggi circa 9 milioni di abitanti, quasi la metà della popolazione peruana), di Callao, di Trujillo, di Piura, di Ica sono i centri più popolosi della Costa e sono in perenne crescita, anche per il fenomeno dell’emigrazione delle popolazioni andine.
Ormai è difficile stabilire i veri confini della capitale, in quanto la continua crescita della città ha portato ad un inglobamneto delle città vicine.
Il mare del Perù è uno dei più pescosi del mondo, grazie anche alla già citata corrente di Humboldt che porta a grossi afflussi di plancton.
La pesca potrebbe essere quindi una grossa fonte di guadagno per i peruani, in realtà nel passato è stata anche fonte di grossi guai.
Quando il Perù era sotto l’influenza sovietica, per potersi pagare gli armamenti, concesse ai pescherecci russi di sfruttare le sue acque nazionali, a discapito dei propri pescatori, con gravi ripercussioni economiche su migliaia di pescatori e sulle loro famiglie.
In Perù, non c’erano depuratori, tutti gli scarichi finivano nei fiumi e di conseguenza nell’Oceano.
I pescatori, non potendo prendere il largo per consentire ai sovietici di pescare, si arrangiarono a pescare sotto costa, pescando, ed immettendo di conseguenza sul mercato pesce inquinato che portò all’esplosione di una epidemia di colera.
La piccola industria ed un po’ di agricoltura sono le fonti di una economia che non è molto florida.

La Sierra
È la regione che abbraccia le appendici, gli altipiani e le cime delle Ande.
Vi si trovano alcuni grandi ed importanti città, come il Cuzco, Arequipa, Ajocucho, Huànuco ed innumerevoli paesi.
È facile trovare villaggi abbarbicati sui monti fino a 4.500 metri di altezza.
Le popolazioni andine vivono di una economia piuttosto stentata coltivando mais, patate (gli Incas ne avevano selezionato più di 40 qualità adatte alle varie altezze e qualità del suolo), allevando greggi di Ilamas ed alpacas (questi ultimi dalla lana pregiatissima) ed, in minore misura, di pecore e di capre.
La regione andina è ricca di minerali: rame, ferro, zinco, piombo.
Abbondano anche l’argento e l’oro.
Ma la loro estrazione è molto difficile a causa dell’altezza (spesso sui 5.000 metri).
Alcuni altipiani desertici sono oggi in via di bonifica: con sistemi di gallerie si capta l’acqua dai fiumi del versante orientale delle Ande per portarla in quello occidentale a scopo energetico ed agricolo.

La Selva.
Più della metà del Perù si trova nel versante amazzonico.
Sulle pendici più alte delle Ande orientali troviamo la Selva Alta (tra i 1.500 ed i 500 metri), con abbondanti piogge, con una vegetazione lussureggiante, ricca di legni pregiati, adatta alla coltivazione di canna da zucchero, caffè, cacao, cotone, te, coca, chinino. caucciù, tabacco.
La Selva Alta cede il posto a quella Bassa, là dove i grandi fiumi perdono il loro impeto e si immergono nella pianura amazzonica solcandola con interminabili meandri.
È incredibile la ricchezza di legname della Selva Bassa: vi abbondano legnami duri per mobili, il cedro, «el palo del sangre», dalla linfa rosso scura, «el palo de tortuga», resistentissimo all’acciaio delle seghe, la «lupuna» che può raggiungere i 50 metri di altezza e talvolta dieci uomini non bastano ad abbracciare il fusto.
Grande risorse dell’Ammazzonia peruana sono gli importanti giacimenti di petrolio, che assicurano il fabbisogno nazionale e consentono anche l’esportazione.

Durante questa stagione, i livelli dei fiumi discendono e non ci sono problemi nel percorrere le strade. La stagione piovosa, tra novembre e marzo, presenta frequenti temporali (per lo meno uno per giorno) che possono bloccare il transito nella zona.

La selva presenta alta umidità tutto il anno. Nella selva all’ estremo sud, possono presentare alcune volte nella stagione fredda dei fenomeni localmente conosciuti come «friajes» o «surazos» che si accumulano nel sud del continente tra maggio e agosto, dove le temperature possono calare fino a 8 – 12°C.

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