Caral, culla della Civilizzazione Andina

Caral è la città più antica del Perù e dell’intera America Latina: si pensa infatti che risalga a più di 5000 anni fa e che fosse sede della prima civiltà che mise le basi su una organizzazione sociale propria e molto singolare; insieme a Mesopotamia, Egitto, India, Cina e America Centrale probabilmente costituisce i nuclei originari delle culture del mondo.

Essere i costrutturori di colossali edifici con forma piramidale distingue la gente di Caral tra i vari popoli delle Ande di quei tempi.  Le piramidi sono di grandi dimensioni e venivano usate dai governanti come centro delle propie attività religiose, politiche, sociali ed economiche. Erano il simbolo e centro del potere assoluto. Qui si realizzavano le cerimonie che garantivano l’ordine con date stabilite da calendari cerimoniali che seguivano in buona parte il ritmo della natura. Le piramidi di Caral sono le più antiche scoperte alla data attuale nelle Ande. Costruire strutture di questo tipo era senza dubbio un alto grado di tecnologia e organizzazione sociale per affrontare le problematiche della sua costruzione e un alto costo in materiale ed energia.
Questa antica città di piramidi venne costruita nel margine sinistro del fiume Supe ad una altezza di 350 mslm. Questo sito occupa un’area di circa 65 ettari. La valle di Supe è una stretta striscia fertile con una larghezza di 1.5 km.  e ospita un gran numero di altre piramidi contemporane come Pando, lurinhuasi, Miraya, Allpacoto, Aspero, Chupacigarro, e altre.

Il progetto Caral.

Prima delle investigazioni archeologiche a Caral si considerava che  all’inizio della civilizzazione andina gli antichi peruviani si organizzavano in piccole comunità, dedicandosi alla Agricoltura, pesca e caccia.

Si considerava anche che prima della della apparizione della ceramica (1800 a.C.) erano apparse le prime piramidi e templi, come La Galgada o Kotosh e che le grandi piramidi corrispondano al periodo seguente (dall’1800 a.C. all’ 800 a.C.).

Senza dubbio tutto cambiò dopo gli studi realizzati dal 1994  in relazione del Progetto Speciale Archeologico di Caral, diretto dalla ricercatrice Ruth Shady, hanno dimostrato in base alle rilevazioni con il carbonio 14, che Caral era una città con un grande potere nella zona e che risaliva ad un’epoca precedente.

La politica religiosa in questa epoca era il controllo assoluto della produzione dei beni  e sua relativa circolazione. Il tutto rappresentato dai grandi monumenti di carattere religioso » le Piramidi» con le sue piazze, spazi sociali e altari del fuoco sacro dove si festeggiavano le varie cerimonie del calendario cerimoniale; simbolo della sua identità culturale.

Le periodiche riuinioni ed attività comuni per la manutenzione e il rinnovo delle Piramidi e del riconoscimento del potere, fortificavano la identità culturale. Di quella che era la cittadella di Caral rimangono 7 grandi Piramidi circondate da altre più piccole, per un totale di 32. I suoi costruttori divisero questa città in due sezioni, un lato nord e il lato sud più in basso. Un antico letto di fiume divide le due parti. Nel settore alto troviamo 6 piramidi principali circondate da ampi spazi vuoti. Nel settore basso risalta la piramide dell’Anfiteatro e di vari edifici minori. La zona residenziale e un’insieme di case dove viveva il popolo: case che erano collegate tra loro. I loro muri sono molti sottili e fatti con tetto di canna di bambù e ricoperte di terra (tecnica chiamata quincha). In alcune di queste abitazioni si trovarono testimonianze legate a laboratori per la produzione di artigianato.

In ognuna delle tante piramidi di Caral, si eseguivano diverse attività, ed ognuna rivestiva un ruolo preciso all’interno della societa e a livello religioso dei suoi abitanti. La Pirámide Maggiore, si trova nel settore alto di Caral. Composta da una piazza circolare, una grande scalinata di 9 metri di larghezza che ci porta a 28 metri di altezza.

Per gli sciamani, Caral era di grande importanza poter decifrare il clima e capire  gli indicatori della natura, come il movimento degli astri.  Questo studio permetteva pianificare la coltivazione e la pesca per assicurasi la subsistenza. Capire questi segnali era come parlare con le Huacas. A Caral esiste un posto specifico al merito di questo tipo di comunicazione. «L’ALTARE DI FUOCO»

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